Città gotica, olio su tavola, di Carmela Saedtler
Dicono che costruiranno una città, tra la collina e il mare, fuori dal tempo.
Faranno case di legno, coi camini.
Ci saranno le auto, ma resteranno fuori, in quattro grandi parcheggi.
Dentro la città solo qualche bus elettrico e tante biciclette.
Non ci saranno computer, in questa città, ma due sale cinematografiche, una con prodotti commerciali, l’altra con vecchi o introvabili film per appassionati, e non ci saranno antenne, perché si ascolterà solo la radio, e non ci saranno telefonini, ma cabine, a ogni angolo, e ci saranno feste tutte le sere, fino a tardi ma non fino a tardissimo, e verranno organizzate però a nord, ché a sud, dove è stato realizzato un parco, ci sarà un posto, un bar con una libreria, per chi, non amando né feste né balli, potrà gustare, così, il silenzio, e pazienza se in lontananza sentirà le note di una fisarmonica o di un violino.
E non ci sarà plastica, in questa città.
La spesa si farà con le borse che si usavano una volta, le penne saranno solo stilografiche, i rasoi con le lamette intercambiabili.
C’è tanta gente che sta chiedendo, di questa città.
Gente che vorrebbe incontrarsi in piazza, e poi decidere cosa fare la sera.
Perché la sera, in questa città, si faranno cose.
Ci saranno circoli di lettura, ma anche sale dove la gente potrà giocherà a carte, o a tombola.
O studiare. O raccontare storie. O pensare alla città.
Nessuno, in questa città, mostrerà i propri muscoli o il proprio sapere agli altri.
Si cercherà, in questa città, di fare come fanno i bambini dei villaggi indiani, che quando hanno contrasti parlano e poi parlano e parlano ancora finché non si son chiariti.
E i vecchi saranno i re di questa città.
Avranno rispetto e compagnia.
Così che gli ultimi capitoli lascino un buon ricordo.
Faranno case di legno, coi camini.
Ci saranno le auto, ma resteranno fuori, in quattro grandi parcheggi.
Dentro la città solo qualche bus elettrico e tante biciclette.
Non ci saranno computer, in questa città, ma due sale cinematografiche, una con prodotti commerciali, l’altra con vecchi o introvabili film per appassionati, e non ci saranno antenne, perché si ascolterà solo la radio, e non ci saranno telefonini, ma cabine, a ogni angolo, e ci saranno feste tutte le sere, fino a tardi ma non fino a tardissimo, e verranno organizzate però a nord, ché a sud, dove è stato realizzato un parco, ci sarà un posto, un bar con una libreria, per chi, non amando né feste né balli, potrà gustare, così, il silenzio, e pazienza se in lontananza sentirà le note di una fisarmonica o di un violino.
E non ci sarà plastica, in questa città.
La spesa si farà con le borse che si usavano una volta, le penne saranno solo stilografiche, i rasoi con le lamette intercambiabili.
C’è tanta gente che sta chiedendo, di questa città.
Gente che vorrebbe incontrarsi in piazza, e poi decidere cosa fare la sera.
Perché la sera, in questa città, si faranno cose.
Ci saranno circoli di lettura, ma anche sale dove la gente potrà giocherà a carte, o a tombola.
O studiare. O raccontare storie. O pensare alla città.
Nessuno, in questa città, mostrerà i propri muscoli o il proprio sapere agli altri.
Si cercherà, in questa città, di fare come fanno i bambini dei villaggi indiani, che quando hanno contrasti parlano e poi parlano e parlano ancora finché non si son chiariti.
E i vecchi saranno i re di questa città.
Avranno rispetto e compagnia.
Così che gli ultimi capitoli lascino un buon ricordo.
Remo Bassini nasce a Cortona, dalle parti di Arezzo, nel 1956. Oggi vive a Vercelli dove s’impegna come direttore del bisettimanale “La Sesia”, come scrittore e infine come blogger. In ogni caso scrive, scrive, scrive. Sempre con una caratteristica di fondo: la grande umanità. |
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