martedì 31 gennaio 2012

Specchio, specchio d’eteree brame, più bella non v'è nel reame (storie di elfi, racconti di primule da Lucia, fata di fiori)



Omaggio a Lucia Volpi e a Daniele, marito fotografo
E se la vuoi conoscere accompagnandola nei suoi viaggi, clicca qui



I fiori delle fate


Sapete che la primula annuncia la bella stagione e che chi la mangia riesce a vedere le fate?
Io sinceramente non l’ho ancora assaggiata, ma più di una volta ne sono stata tentata.
Quella che ora vi racconto è una leggenda, come tale, non si sa quanto sia reale, ma è piacevole lasciarsi trasportare in altri mondi, e questa ci trasporta nel mondo degli elfi.
Ci sono due tipi di primule e la leggenda parla di quella che si trova nei nostri prati; ha il capo eretto e si chiama vulgaris.
Molto tempo fa gli uomini e gli esseri fatati vivevano sulla terra, ma ognuno per conto suo.
La storia ha inizio in un prato, nei primi giorni di sole dopo un inverno lungo e cupo che aveva rattristato un po’ tutti. Il re degli elfi, affacciandosi da una delle sue torri, vide sulla la terra, ancor secca per il freddo invernale, quei primi annunci di sole e venne colto dal desiderio di far visita alla bellezza del mondo degli uomini. Proprio da quelle parti, in un castello su una collina, viveva un nobile re anziano e superbo e con lui viveva la sua giovane sposa, un po' intimorita da quel marito così altero, un po' melanconica per la solitudine alla quale la costringeva la gelosia del re.
Quel primo giorno di sole, anche la giovane regina attratta dai raggi di luce e dai fiori spuntati così numerosi nei prati, indossò un abito di seta, verde come l’erba, scese le scale e corse, felice come una bimba, verso la primavera.
Le primule emanavano un profumo leggero,
il cuore del re degli elfi, anche se abituato alla bellezza del suo mondo e della sua gente, quando vide quella giovane donna coi capelli lunghi e sciolti, del colore dell’oro, danzare in quel prato di primule gialle con l’abito di seta verde fu preso all’istante e per sempre, si avvicinò alla splendida giovane, promettendole che un giorno l'avrebbe condotta nel suo mondo. Lei, leggendogli nel cuore il sorriso e la dolcezza, si abbandonò a quella promessa sconosciuta di gioia.
La giovane però, era a sua volta sposa di re, e non poteva allontanarsi dal proprio mondo senza il consenso del suo signore.
Passo del tempo e un giorno il re fatato presentandosi alla corte dell’altro re lo sfidò ad un gioco che si giocava in quei tempi. Le prime due vittorie furono del re terreno che imbaldanzito sfidò l’elfo ad una terza partita lasciandogli la scelta della posta.
"Quello che il vincitore chiederà, sarà suo". Disse sorridendo il re degli elfi, ed il re umano - accecato dall'avidità accettò la scommessa.
 Naturalmente vinse l'essere fatato, che espresse il suo desiderio: voleva Lei, la bellissima sposa del re.
Il re degli uomini si accostò alla sposa, stringendo la spada, e tutti i suoi cavalieri con lui, ma il re degli elfi sguainata la sua spada prese ad avanzare impassibile, mentre lui passava la schiera si apriva magicamente, raggiunse la donna e la cinse con il braccio che non impugnava l'arma. I due si sollevarono da terra, sempre più in alto, fino a sembrare due uccelli, forse due cigni, che scomparvero nel sole.
Raggiunsero così la luminosa terra del sovrano fatato, ed è a causa di ciò che scoppiò la prima guerra tra gli uomini ed il popolo degli elfi, il cui re, però, non abbandonò mai la sua sposa mortale.
Si dice che ancora oggi, talvolta, nei primi giorni di sole dopo l’inverno, il re degli elfi e la sua sposa vengano sulla terra a raccogliere le primule dai prati, e sarebbe questo il motivo per cui questi fiori scompaiono così rapidamente dai campi. Qualcuno racconta anche di avere intravisto la sagoma di due esseri, fatati, o forse erano solo due uccelli che volavano in coppia.
Questo fiore annuncia il perenne rinnovarsi della natura e per questo motivo è considerato di buon augurio.
Nel mondo delle fate, si dice che abbia un potere unico, quello di rendere visibile l’invisibile. Ecco perché mangiare le primule è il metodo più sicuro per vedere le fate.




La leggenda della primula vulgaris è stata raccontata da Lucia nel suo blog la domenica 29 marzo (2009)
Naturalmente di Daniele la fotografia, scattata in quei giorni di pioggia 



Nessun commento:

Posta un commento